mercoledì 15 ottobre 2008

Sottopagati e felici

Quanti possono dire di essere soddisfatti del proprio lavoro?
E quanti possono invece dire di essere contenti della propria paga?
Ma la domanda principale è: quanti possono relamente affermare di essere felici del proprio lavoro ma anche del proprio stipendio?
E davvero difficile oggi giono che un giovane ragazzo alle prese con le prime esperienze lavorative alzi la mano in risposta a quest'ultima domanda.
Nella maggior parte dei casi ci si accontenta di un lavoro brutto, scadente e poco gratificante solo per raccimolare qualche euro in più a fine mese.
A mio parere questo porta a un calo sempre più evidente della qualità del lavoro.
Ci si lamenta degli ospedali che non sono più attenti ai pazienti, di infermieri che commettono errori gravissimi per disattenzione.
La frase più comune che si sente sulla bocca delle persone è: "non ci sono più le cose di una volta".
Questo è dovuto al fatto che i nuovi aspiranti lavoratori non mettono passione nei compiti che svolgono, non sono attenti alle cose che fanno e vivono la giornata lavorativa con superficialità non pensando che andando avanti in questo modo si crea un grosso disagio sociale.
Purtroppo con la carenza di assunzioni che viviamo nel nostro paese un giovane è costretto ad accettare il primo lavoro che gli viene offerto a discapito delle proprie passioni e dei propri sogni.
Ancora più spesso si scelgono dei tipi di lavoro che hanno un compenso tutto sommato adeguato ma che alienano le vere capacità del giovane fresco di studi e pieno di voglia di sperimentare le sue teorie in azioni pratiche.
Invece io propongo una soluzione che va totalmente controcorrente.
La mia proposta è di essere sottopagati e felici.
No! non è un discorso masochista, è solo la profonda convinzione che avere un lavoro che mi permetta di applicare le mie conoscenze, che mi faccia trascorrere una giornata serena facendo le cose che più mi piacciano e che alla sera non mi faccia sentire uno zerbino con la scritta "welcome" sia di gran lunga meglio che avere qualche euro in più nel portafoglio che tanto non riuscirei a spendere, dato che la sera l'unico desiderio che avrei è di farmi una lunga dormita per non pensare che l'indomani dovrò affrontare l'ennesimo giorno di frustrazione.

mercoledì 1 ottobre 2008

Parliamo dell'esperienza...

Trovare lavoro per le giovani leve è diventato davvero difficilissimo.
Anche io mi sono trovata alle prese con una sfilza di colloqui dall'esito quasi sempre certo, respinta.
Le magiche paroline quasi sempre gettonate per liquidare il povero disoccupato sono: "Le faremo sapere".
Ovviamente coloro che effettuano i colloqui non hanno ben chiaro il significato della frasetta che accompagna la fine della chiacchierata, infatti per la maggior parte delle volte l'azienda non si fa più sentire.
Altre volte invece la scusa per farti capire che non sei adatto all'incarico da loro proposto è il fatto di non avere esperienza sul campo.
Quindi mi viene da fare due calcoli:
- sono una studentessa o una neolaureata;
- ho 25 anni;
- i miei lavori si possono contare sulle dita di una mano e sono tutti lavoretti che si fanno per arrotondare un pò, quindi che non ti danno molta esperienza.
Ok, allo stato dei fatti si può essere in questa condizione, guardo sui vari siti di annunci lavorativi, le richieste sono:
- ragazzi determinati, motivati e con attitudine al lavoro di gruppo. (Bene, cercano me)
- ragazzi di età compresa tra i 22-30 anni (Ottimo, sono in fascia perfetta)
- ragazzi possibilmente laureati o in procinto di prenderla (Perfetto, mi manca poco)
- E' RICHIESTA PERO' ESPERIENZA DI ALMENO 3 ANNI NEL SETTORE.
E' qua che arriva l'assurdo, come posso essere laureata, giovane e avere già accumulato tanta esperienza in un singolo settore?
Come faccio poi ad accumulare esperienza se le aziende non mi assumono proprio per questo motivo?
Questa è la vera piaga del sistema lavorativo, ci sono troppi giovani a spasso che non riescono a trovare un lavoro stabile e troppi adulti in età avanzata che non riescono ad andare in pensione per una legge fatta da persone che non se ne preoccupano minimamente, ma anzi pensano soltanto a tenere il loro sederone ben piantato nella famosa poltrona rossa!

Come posso realizzare i miei sogni, costruirmi un futuro se ai colloqui mi rispondono testuali parole (le riporto così come le hanno ben scandite): "Si, ti teniamo qui per un anno, gratuitamente e ovviamente senza rimborso spese, fai conto che il tuo compenso sarà tutta l'esperienza che riuscirai ad acquisire da noi."

Domani al supermercato quando farò la spesa tirerò fuori dal portafoglio un bel bigliettone di ESPERIENZA!

lunedì 29 settembre 2008

Qualcosa di me...

Do il benvenuto a tutti i lettori che intraprenderanno la lettura e continueranno a seguire questo blog.
Sono io la Giovane formica operaia che da il titolo a questo spazio.
Le formiche sono degli esserini piccolissimi che però hanno in se una grande forza capace di sollevare pesi molto superiori al proprio e lavorano instancabilmente dalla mattina alla sera.
Per quel che mi riguarda mi sento proprio come una formica, piccola, giovane e quindi senza esperienza che però tenta in tutti i modi di farsi una posizione all'interno della propria comunità prendendosi incarichi a volte superiori alle proprie possibilità.
Sono giovane, ho 25 anni, tanti sogni nel cassetto e il mio futuro è una grossa nebulosa in lontananza.
Sono fortunata, a differenza di molti altri giovani della mia età studio all'università Comunicazione Digitale, un corso sperimentale che negli anni si sta affermando sempre di più, e nel frattempo lavoro in una piccola casa editrice.
Quello che faccio, anche se è solo una collaborazione occasionale, mi piace moltissimo, mi occupo di web design, quindi tengo aggiornati i siti di due delle maggiori collane editoriali dell'azienda.
Siccome poi sono giovane e ho bisogno di fare esperienza in ogni campo faccio tutto quello che capita e di cui c'è bisogno.
Per ora questo è tutto quello che vi anticipo su di me, nei prossimi post impareremo a conoscerci a vicenda.